Rifugio Cai all’Alpe Cortevecchio, 1500 mt, comune di Ornavasso (VB), 28877
Come arrivare
A PIEDI
1.30 ore da Ca’ d’Arola (Ornavasso): con l’auto, raggiungere Ornavasso (VB) e prendere la strada verso il santuario del Boden (ATT! se usate Maps, mettete come meta “santuario del boden” e non “Ca’ d’Arola” se no vi porta fuori strada!). Subito prima del santuario, troverete sulla destra una strada consortile chiusa da una sbarra che potrete farvi aprire telefonando al rifugio. Proseguite per 4,5 chilometri fino a Cà d’Arola (1000 mslm) dove troverete le indicazioni di parcheggiare perché la strada diventa percorribile solo da fuoristrada. Incamminatevi per la stradina asfaltata che sale attraverso i caratteristici alpeggi walser fino Schirombey a 1200 m. Seguite il cartello che indica il rifugio verso la vostra destra. Subito prima di arrivare alla Capanna Legnano, seguite il cartello che vi invita a prendere a sinistra l’ampio sentiero pianeggiante detto “Panoramica” fino a che – sulla destra – troverete il cartello per il rifugio e la Cappelletta del buon Pastore. Proseguite per circa 25 minuti di salita fino a spuntare in cima fuori dal bosco: alla vostra sinistra troverete la Cappelletta del Buon Pastore con la sua vista panoramica sul lago Maggiore e di Mergozzo. Proseguite oltre seguendo il sentiero segnalato per il rifugio Cortevecchio fino a che vi ritroverete sulla stradina asfaltata ai piedi dell’Alpe Rossombolmo. Percorretela in discesa verso la vostra sinistra per qualche centinaio di metri fino a che – in corrispondenza del primo tornante – troverete una freccia rossa per terra che vi indica di proseguire dritti prendendo il sentiero che taglia nel bosco e che vi porterà in 10 minuti circa al Rifugio.
[Attenzione! La strada asfaltata fino a Ca’ d’Arola è percorribile con qualsiasi tipo di auto ma è molto stretta].
3.00 dal santuario del Boden – Ornavasso (“Km verticale”): lasciare la macchina in prossimità del Santuario. Ignorate poi i cartelli per il rifugio che indicano a destra (sentiero distrutto dalla tempesta di ottobre 2020) e proseguite per la strada asfaltata che prosegue sul lato sinistro del Santuario. Dopo qualche centinaio di metri, giunti all’Alpe San Bartolomeo, seguite i cartelli che indicano “Km Verticale” sulla vostra destra. Per le prime due ore circa il sentiero è piuttosto ripido e dedicato ai camminatori più allenati.
Con il treno:
- 3.40 ore da Ornavasso: seguire il sentiero A25 o la strada asfaltata per il santuario del Boden (40 minuti circa) e da lì seguire le istruzioni di cui sopra (1300 m di dislivello)
- 4.30 ore da Mergozzo: è possibile raggiungere Ornavasso in un’ora circa percorrendo la ciclabile lungo il fiume Toce (6 km in pianura più 1300 m di dislivello)
IN BICICLETTA (MTB e E-Bike)
Da Ornavasso al rifugio, si segue la strada asfaltata chiusa da una sbarra (chiamare il rifugio per farvela aprire) che parte sulla destra poco prima del santuario della Madonna del Boden (c’è il cartello che indica il rifugio): km. 12,600, dislivello 1.300 m. Salita classificata come una tra le 10 più difficili d’Italia!
DUE PERCORSI AD ANELLO PER IL RIFUGIO (momentaneamente non percorribili causa alberi caduti)
- PERCORSO GIALLO 5-6 ore (salita 3,5 ore, dislivello m 1100)
- PERCORSO AZZURRO 8 ore (salita 5 ore, dislivello m 1200)
Percorso giallo: 5-6 ore (salita 3,5 ore, dislivello m 1100)
Partenza: Santuario del “Boden” a quota m 480
Salita sulla riva sinistra della valle dove scorre il torrente san Carlo, passando per alpeggi che raccontano la storia della colonizzazione di quel versante montano, da parte della colonia Walser , stanziatasi sulle alture del comune di Ornavasso, per la precisione all’ape Casalecchio a quota m 600 circa.
Particolarità di questa colonia Walser è quella di essersi stanziata alla quota più bassa in tutto il contesto delle migrazioni Walser.
Giunti al Santuario del “Boden” lasciare la macchina nell’ampio parcheggio, prendere la mulattiera sulla destra della chiesa e raggiungere la vecchia pista sterrata che conduceva agli alpeggi, seguirla sino all’alpe Grobo o “tre strade”, quota m 750 circa.
Giunti al Santuario del “Boden” lasciare la macchina nell’ampio parcheggio, prendere la mulattiera sulla destra della chiesa e raggiungere la vecchia pista sterrata che conduceva agli alpeggi, seguirla sino all’alpe Grobo o “tre strade”, quota m 750 circa.
Da qui proseguire in direzione ovest, sempre su pista sterrata, seguendo l’indicazione “Trenghi” , per poi deviare a destra su sentiero ben indicato dal cartello “KM vertical” .
Proseguire sino a raggiungere l’alpe “Pogalti”, quota m 1250, e subito dopo la chiesa della “Regina Pacis”, quota m 1320.
Da qui ( presenza di fontana con acqua) , seguendo sempre le indicazioni “KM vertical”, si raggiunge su facile pendio la “ Cappella del buon Pastore”, quota m 1560, punto panoramico con vista sul lago Maggiore sulla Val d’Ossola e su molte cime oltre i 4000 metri.
Seguendo i cartelli con indicazioni si raggiunge, con breve percorso, il Rifugio all’alpe Corte Vecchio, quota m 1503 .
Per il ritorno dal rifugio “Oliva Brusa Perona” prendere il sentiero che porta al punto panoramico detto “Sciuco” all’inizio del sentiero piegare a destra addentrandosi dentro al bosco, seguire l’evidente sentiero in direzione est, seguendo i catelli indicatori di colore rosso.
Subito si scorge una lapide che ricorda un partigiano caduto durante la “Resistenza” nel secondo conflitto mondiale, appena dopo i resti di una vecchia carbonaia.
Primo tratto abbastanza ripido, poi si addolcisce.
In breve tempo si raggiunge l’alpe Corte Mezzo, da qui proseguendo su strada asfaltata per un breve tratto, si raggiunge ancora la chiesa della “Regina Pacis”.
Riprendere il sentiero, percorso durante la salita, che riporta all’alpe “Pogalti” per poi proseguire sino a raggiungere la pista sterrata.
Da qui, seguendo le indicazioni sulla destra “KM vertical”, si lascia la strada sterrata e si prosegue su sentiero non molto ripido, scendere sino all’alpe “Farbei”, per poi raggiungere la località “San Bartolomeo”.
Proseguendo sulla strada asfaltata in brevissimo tempo si ritorna al Santuario del “Boden” da dove si era partiti.
Percorso azzurro: 8 ore (salita 5 ore, dislivello m 1200)
Partenza: Antica Cava Moschini (Via Boden, 23, 28877 Ornavasso VB) a quota m 400.
Salita percorrendo per il tratto iniziale mulattiere militari, che collegano ancora oggi fortificazioni, trincee e postazioni per canoni.
Strutture a memoria della prima guerra mondale che per fortuna non hanno mai visto combattimenti, realizzate nei primi anni del 900, chiamate “ linea Cadorna”.
Apprezzabili opere di ingegneria militare ricche di storia, che hanno visto per la prima volta il lavoro femminile remunerato con un salario al pari degli uomini.
Giunti all’ingresso della cava lasciare la macchina nell’ampio parcheggio prendere la strada sterrata in direzione nord con le indicazioni “ linea Cadorna” .
Primo tratto completamente pianeggiante, dopo circa 2,5 km poco prima di raggiungere il forte di “Bara” prendere la strada, mulattiera militare, sulla sinistra con indicazioni alpe “Cuna”,.
Proseguire oltrepassando una bella galleria e svariate trincee, sempre restando sulla mulattiera militare raggiungere l’alpe “ Barumboda” a quota m 975, da qui andare in direzione sud su di una strada sterrata che in breve conduce ad una pista forestale ( asfaltata ) all’altezza dell’alpe “Frasmatta” quota m 980.
Seguendo la strada per un tratto ripido di circa 2 km, si arriva all’alpe “ Schirombey” quota m 1250, prendere la strada, ora sterrata, sulla destra e salire sino alla “Capanna Legnano” quota m 1287 (presenza di cartelli indicatori) da dove si scorge uno splendido panorama sul lago maggiore.
Giunti alla “Capanna Legnano” proseguire per una pista sterrata pianeggiante in direzione sud, giunti al termine della quale si incontra il sentiero del percorso giallo, che sale dalla “Regina Pacis” e porta alla “Cappella del Buon Pastore”, quota m 1560.
Da qui in avanti seguire le indicazioni del percorso giallo, sino al rifugio dell’alpe “Corte Vecchio”.
Terminato il percorso di discesa una volta giunti alla chiesa del “Santuario del Boden” ridiscendere per un breve tratto sino alla cava Moschin.